Di Pasquale (Pd): «Se il mio partito si arrocca non lo seguirò»

TERAMO – I deludenti risultati elettorali del Pd, tornano a far riflettere il partito, e i dirigenti locali alle prese con i mea culpa e la resa dei conti interna. Un’operazione che riesce facile sopprattutto per quell’anima "renziana" del partito che sperava nelle primarie per uno stravolgimento rimasto fermo alle intenzioni, ma non nei contenuti, a giudicare da quello che hanno dimostrato gli elettori. Non parla di "teste", ma sicuramente ritiene non più rinviabile un processo di rinnovamento, il presidente regionale del Pd Manola Di Pasquale che a chiare lettere sembra annunciare un addio. "Se il mio partito continuerà ad arroccarsi sulle posizioni del passato io non posso seguirlo". "Al di là di un cambiamente delle persone, che pure il Pd ha messo in campo già dopo gli scandali di Del Turco, tanto che abbiamo un segretario regionale di 36 anni, servono una struttura e un approccio completamente diversi- ha commentato la Di Pasquale -. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un governo Monti che ha chiesto ai cittadini sacrifici incalcolabili come l’Imu e la riforma sulle pensioni. Dall’altra parte la politica e i partiti non sono stati capaci di remare nella stessa direzione. Le indennità e i costi della politica sono rimasti tali, il finaziamento pubblico ai partiti non è stato toccato, è normale che i cittadini siano arrabbiati. A questo si è aggiunta la delusione dei nostri elettori che volevano una ristrutturazione dalle primarie, un’altra occasione persa. Ci si arrocca dietro l’idea di partito, si dice che non è importante la presenza di un leader carismatico, ma perchè Grillo non è un leader carismatico, Berlusconi non ha retto per lo stesso motivo? E Renzi non era un leader carismatico?". Adesso dobbiamo raccogliere i pezzi, ma il partito deve essere in grado di cambiare totalmente impostazione, non solo di tagliare teste, anche poichè a livelo locale subiamo le ricadute e le scelte che vengono da Roma. Non ha peli sulla lingua nemmeno il sindaco di castellalto, Vincenzo Di Marco che non vuole cavalcare facilmente il "noi l’avevamo detto" ma sicuramente ribadisce che il primo passo indietro deve farlo il segretario provinciale Robert Verrocchio. "E’ il momento di discutere con severità – ha detto Di Marco – non possiamo essere attendisti anche perchè ci sono scadenze imminenti. Penso alle elezioni amministrative di primavera in 6 Comuni teramani, alle regionali di ottobre e in ultimo al congresso nazinale del Pd. Non si può tenere con lo sputo ciò che non si tiene insieme. Roberto Verrochio è un amico – conclude Di Marco – ma i percorsi politici sono un’altra cosa".